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Simone Temperato, alias "Magico Tempe"
​"l'Impossibile non esiste ancora!"

Il progetto "Sulle ali delle emozioni" è nato per condividere le emozioni che le gesta dei campioni di ciclismo trasmettono agli appasionati di questo sport...
In questa pagina vi racconto l'emozionante storia sportiva dell'atleta Bassanese classe 1974, Simone Temperato, che dopo una promettente carriera nel bike trial, ha deciso di cambiare rotta, dimostrando che "l'impossibile non esiste ancora" entusiasmando il mondo con un escalation di imprese ciclistiche in impennata, uniche ed incredibili sotto tutti gli aspetti.

 Matteo Ghitti​

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Introduzione.
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La bicicletta è un’ammirevole fornitrice di emozioni, un’educatrice costante della volontà, una padrona sicura del misterioso eroismo”, raccontava lo scrittore francese Jules Lemaître e il grande Albert Einstein sentenziava: “La vita è come andare in bicicletta. Per restare in equilibrio devi muoverti” e William Steward Burroughs, scrittore e pittore statunitense ricordava, al riguardo, che “la cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”. Ecco tre aforismi che ben si adattano ad un ciclista d’eccezione che ha dato un’accelerata non da poco al miglioramento della “Laufmachine” (la vecchia Draisina) che il barone Karl von Drais inventò nel lontano 1817 e che, forte dei suoi 22 chili , gli diede la possibilità di coprire i primi tredici chilometri del velocipede in meno di un’ora.
Sono passati due secoli da allora e c’è chi, adesso, usa la bici come un essere vivente invertendo le regole della corretta progressione del mezzo con utilizzi che esulano dal motivo della sua costruzione per farne un elemento di sfida con le leggi della natura.

Ebbene sì signori, perché l’ancor giovane Simone Temperato, alias “Magico Tempe”, con le sue esibizioni impossibili, ha buttato alle ortiche le tre leggi della dinamica con le quali lo scienziato Isaac Newton, nel 1687, enunciò la forza di gravità. Infatti seguendo le sue performances lo troverete con la bici in continua impennata per decine e decine di chilometri su salite proibitive, o intento a superare ostacoli di ogni genere, o procedere rinunciando all’uso della ruota anteriore e, a volte, anche del manubrio e lo vedrete ancora pedalare all’indietro per tempi da brivido, o salire con un vassoio in mano con tanto di tazza di caffè, o muoversi portando un’altra bici in spalla e via strabiliando.
Questa capacità di trasformare in un gioco l’impossibile, gli ha valso il titolo di “magico”, dove la sua magia è sì l’arte che tende a dominare le forze della natura, come spiega il dizionario, ma non con pratiche occulte, bensì con la giusta concentrazione e condivisione fra muscoli e testa, fra corpo e strumento dell’incedere.

Gianni Celi.
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Dalle prime pedalate, alla prima impennata in BMX.

​Ma cerchiamo di capire qualcosa di più di queste semplici enunciazioni, chi davvero sia Simone Temperato, classe 1974, nato a Bassano del Grappa e residente nella frazioncina di Campese ove giacciono le spoglie del grande poeta maccheronico Teofilo Folengo, più noto con lo pseudonimo di Merlin Cocai.
La passione per la bici, ma ancor più delle stranezze che si potevano fare con quel mezzo, lo ha contagiato fin da piccolo, aiutato, in questo, anche dalle esibizioni da vero acrobata di papà Fernando con la sua verde Graziella. “A quattro anni con il triciclo – ricorda - salivo con i piedi sulle ruote posteriori e aiutandomi con il manubrio alzavo la ruota anteriore che aveva fissati i pedali e rimanevo in equilibrio muovendo prima il piede destro poi quello sinistro, senza farmi vedere da mamma Marisa che mi sgridava quando mi vedeva compiere queste evoluzioni”.
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La prima biciclettina gli arriva a cinque anni, ma è a otto che si compie il salto di qualità vero e proprio. “Era una bici da cross – dice Simone - una Carnielli nera con forcella ammortizzata, doppio ammortizzatore a molla sul carro posteriore, una sella enorme e due freni a tamburo. Mancava il motore e sarebbe stata una moto!”.
Ed ecco che iniziano le prime impennate, i primi capitomboli, le prime sbucciature. A dieci anni arriva una Bmx. Con questo tipo di bici però, rammenta Temperato, “c’era un piccolo problema e cioè se volevi sfruttarla appieno dovevi andare sulle piste dedicate alla pratica di questa nuova disciplina ciclistica e non era semplice trovarle per cui il più delle volte ci si arrangiava facendo qua e là qualche salto su mucchi di terra “abusivi”, lasciati su qualche campo, rischiando di essere il più delle volte rincorsi dai proprietari!”.
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Dalle prime competizioni al mondiale e la conquista del titolo nazionale.

A undici anni scocca l’amore per il trial (o trialsin) che si praticava con biciclette simili a delle Bmx, ma con una corona anteriore notevolmente più ridotta e con un paracatena per evitare di prendere colpi.
“ C’era già un ragazzo in paese – interviene Simone - che ne possedeva una e lo ammiravo per le evoluzioni che riusciva fare. Con quella bici si poteva andare davvero dappertutto: sui muretti, sui sassi, sulle scalinate, insomma ogni ostacolo era buono per provare a superarlo. Sentivo che quella era la strada che volevo intraprendere, avevo trovato quello che volevo fare, e così da lì a poco mi arrivò la prima bici adatta alle mie evoluzioni, era una Monty T-19, il top di gamma della ditta spagnola, un telaio in acciaio al carbonio molibdeno con forcella doppia di colore blu”.
Un gran bel mezzo, ma non semplice da guidare e ci si doveva arrangiare perché, dice il “Magico Tempe”, non c’erano scuole (eravamo nel 1986), né riviste o filmati che ti aiutassero ad apprendere la tecnica giusta per sfruttare al massimo la particolarissima bici. La voglia di fare gli ha permesso di raggiungere ottimi risultati tanto che quel tipo di sport lo ha praticato fino al 2003, raggiungendo traguardi eccellenti sia in patria che all’estero.
“Per molti anni – spiega - anche a causa dell’assenza di un campionato italiano vero e proprio, ho partecipato a vari show in lungo e in largo per l’Italia, dalla Fiera di Milano delle bici (Eicma), alla Fiera del fitness a Rimini, alla Fiera del tempo libero di Bolzano e a tanti altri eventi sportivi e non. Si girava con amici un po’ ovunque, ma eravamo ancora in pochi a livello nazionale, per questo nel 1996 decisi di partecipare al primo campionato mondiale di bike trial a Zuoz in Svizzera. Portai a casa un sedicesimo posto nella categoria élite e mi impegnai a partecipare a questa competizione l’anno successivo”.
Simone però si accorge che manca qualcosa in quella disciplina, un qualcosa che riuscisse a catturare l’attenzione del pubblico perché i gesti compiuti dagli atleti erano troppo ripetitivi. Decide allora di optare per una tecnica più spettacolare, meno efficace, ma sicuramente in grado di accendere l’interesse degli spettatori.
“L’anno successivo al Mondiale ad Avoriaz, Morzine in Francia – rammenta - fu questo il mio cavallo di battaglia. Alla cerimonia di apertura eravamo in tre atleti italiani a tenere alto il valore della nostra bandiera: Alberto Limatore, già campione del mondo nel 1986, un certo Vittorio Brumotti, che non ha certo bisogno di presentazioni, e poi c’ero io. Lì cercai in tutti i modi di fare la mia parte. Sapevo che a livello di classifica non potevo di certo competere con i più forti, ma ben presto mi accorsi che con le mie tecniche, che volgevano più allo spettacolo che al risultato, fui seguito da parecchie persone del pubblico che gradivano di più il mio show piuttosto che seguire i migliori in classifica”.
A quei mondiali Temperato si classificò diciassettesimo e ad ottobre partecipò ad una gara del campionato svizzero e ricevette un premio di riconoscimento per aver portato un tocco di spettacolo al precedente mondiale in Francia e per aver ispirato anche gli atleti più bravi.
In Italia bisogna aspettare il 2003 per assistere al primo campionato nazionale di Bike trial.
“A dire la verità – interviene - fin da quando iniziai a praticare questo sport a undici anni avevo un sogno nel cassetto, quello di vincere una grande gara nazionale e quello era il momento che aspettavo da molti anni”.
Dopo un periodo di duri allenamenti ecco arrivare i buoni risultati.
​All’inizio della stagione vince la prova unica 
del campionato italiano indoor (su ostacoli artificiali) e successivamente tutte le cinque prove di quello outdoor (su ostacoli naturali) diventando così campione italiano della specialità nella categoria "senior”.
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Dall'agonismo alle prime sfide in impennata!
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“Da allora visto il raggiungimento di un obbiettivo molto importante – ammette Simone - decisi di cambiare rotta, lasciando l’agonismo e il bike trial per dedicarmi ad un’altra mia grande passione: le sfide in impennata”.
Dal 2004 in avanti è stata una continua escalation di imprese ciclistiche uniche e incredibili sotto tutti gli aspetti.
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La prima impresa porta la data del 26 giugno di quell’anno quando, al Velodromo Mercante di Bassano del Grappa (quello dei mondiali su pista del 1985), stabilì il nuovo record mondiale dell’ora in impennata con una mountain bike senza ruota anteriore percorrendo ben 27 chilometri e 541 metri.

​Dal 2005 in avanti è un susseguirsi di imprese sempre più mirabolanti. Con la bici da corsa e con la sola ruota posteriore affronta i più impegnativi passi alpini e dolomitici fra cui lo 
Stelvio, il Gavia, il Fedaia,il Colle Fauniera, il Grossglockner, Punta Veleno, lo Zoncolan, il Mortirolo e molti altri ancora.

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"L'impossibile non esiste ancora", il mantra di "Magico Tempe"!
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Nel 2008 ravviva l’attesa dei corridori al Tour de France o al Giro d’Italia con la stessa tecnica. L’anno successivo riesce a percorrere tutto il tragitto della famosa Sellaronda (i Passi Sella, Pordoi, Campolongo e Gardena) in impennata coprendo gli oltre 55 chilometri in tre ore e 26 minuti.
Ma non è soltanto nelle salite che il “Magico Tempe” dà spettacolo della sua bravura. Basti pensare che, nel 2010 è sceso in mountain bike dal Passo dello Stelvio in 53 minuti e 22 secondi con la bici priva di ruota anteriore e forcella. ​
Nel 2011 porta a termine un’impresa eccezionale, proprio sullo Zoncolan dove, per l’occasione, riesce a scalare, e poi a scendere, le dure rampe del monte friulano con la sua mountain bike senza ruota e forcella.
Nel 2012 sempre con la sua mountain bike monoruota, partecipa con successo al "Km verso il blu", una cronoscalata, che si svolge a Predore (Bg) un piccolo paese affacciato sul lago d'Iseo, della lunghezza di poco più di un chilometro, ma con pendenze estreme che raggiungono il 34%. 
Il suo singolare stile di fare ciclismo lo ha reso ben presto protagonista in show spettacolari con cronoscalate varie, come quella del Muro di Sormano, considerata la pista ciclabile più dura del mondo e in gare ciclistiche importanti, come il Giro di Lombardia, il Giro di Sardegna, il Giro dell’Appennino, il Giro del Veneto, il Giro del Friuli, il Giro del Trentino e molti altri ancora.

La continua ricerca dei propri limiti lo ha spinto a fare cose oltre l’immaginabile.
Ne sono l’esempio alcune imprese in impennata su salite affrontate con una bici in spalla, oppure portando in mano un vassoio con tanto di caraffa e bicchieri, o addirittura con mani incatenate.

Il due agosto del 2014 riesce a scalare il Monte Grappa dal versante di Semonzo pedalando all’indietro seduto sul manubrio.
Nel 2015, per onorare la scomparsa del grande Marco Pantani, scala il Monte Carpegna, la salita del Pirata, con la bici da corsa senza ruota, in un tempo record di 30 minuti e 47 secondi. Poi decide di scendere con la mountain bike togliendo pure la forcella ed entra così nella storia di questa famosissima salita delle Marche.
Nel 2016 compie un’altra grande impresa sulla salita che da Romano d’Ezzelino porta a cima Grappa. Il funambolo 42 enne ha infatti dato spettacolo e prova di abilità e di equilibrio percorrendo tutta la strada Cadorna facendo uso di quattro biciclette fatte a pezzi. In totale ha tolto nove componenti, compreso sella e manubrio. Una performance, la sua, a dir poco eccezionale visto che per finire questa incredibile impresa ha impiegato un tempo record di due ore 11 minuti e 27 secondi.
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Il motto di "Magico Tempe" è "l'impossibile non esiste ancora!" e a testimonianza di ciò Simone Temperato ha raccolto in un libro gli articoli delle sfide più incredibili, le imprese più emozionanti con le gesta di come la passione e la ricerca dei propri limiti spinge l'uomo a superare l'impossibile!

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Simone Temperato, alias "Magico Tempe" con il suo libro "L'impossibile non esiste ancora!"

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La maglia di Simone Temperato, alias "Magico Tempe" presente nella collezione "Sulle ali delle emozioni"



Grazie a:
Gianni Celi

Simone Temperato

www.magicotempe.com
Twitter: @MagicoTempe
Facebook: Simone Temperato
Instagram: simone_temperato
You Tube: bikeitalian​

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