Sulle ali delle Emozioni
  • Home
  • Mission
  • La collezione
    • Felice Gimondi
    • Marco Pantani
    • Gianni Bugno
    • Claudio Chiappucci
    • Peter Sagan
    • Sonny Colbrelli
    • Tadej Pogačar "Ciuffetto"
    • Campioni del Mondo
    • Campioni Italiani
    • Campioni nel cuore
    • Le 'Rosa' del Giro d'Italia
    • Le 'Maglie' del Tour de France
    • Le 'Maglie' della Vuelta a España
    • Maglie Team "Grandi Giri"
    • Maglie Personali "Grandi Giri"
    • Body Cronometro "Grandi Giri"
    • Maglie Anni '60/80
    • Maglie "Dilettanti" & "Giovanili"
    • Maglie "Nazionale Italiana"
  • Le storie dei Campioni
    • Marco... vivilo!
    • Bugno: L'eleganza in sella
    • El Diablo: "Il combattente sui pedali"
    • Miguel Indurain: Il Campione spagnolo
    • Sonny: Il Gigante di Roubaix
    • I Grandi Giri
    • I Campioni Bresciani
    • Dancelli: "Il Sognatore nomade"
    • Marco Artunghi: Il Gregario fidato
    • Rosanna Piantoni "La Corridora"
    • Simone Temperato, alias Magico Tempe
  • Le esposizioni
  • Rivivi le Emozioni
  • I Campioni in visita
  • Supporters
  • Info e contatti
  • Home
  • Mission
  • La collezione
    • Felice Gimondi
    • Marco Pantani
    • Gianni Bugno
    • Claudio Chiappucci
    • Peter Sagan
    • Sonny Colbrelli
    • Tadej Pogačar "Ciuffetto"
    • Campioni del Mondo
    • Campioni Italiani
    • Campioni nel cuore
    • Le 'Rosa' del Giro d'Italia
    • Le 'Maglie' del Tour de France
    • Le 'Maglie' della Vuelta a España
    • Maglie Team "Grandi Giri"
    • Maglie Personali "Grandi Giri"
    • Body Cronometro "Grandi Giri"
    • Maglie Anni '60/80
    • Maglie "Dilettanti" & "Giovanili"
    • Maglie "Nazionale Italiana"
  • Le storie dei Campioni
    • Marco... vivilo!
    • Bugno: L'eleganza in sella
    • El Diablo: "Il combattente sui pedali"
    • Miguel Indurain: Il Campione spagnolo
    • Sonny: Il Gigante di Roubaix
    • I Grandi Giri
    • I Campioni Bresciani
    • Dancelli: "Il Sognatore nomade"
    • Marco Artunghi: Il Gregario fidato
    • Rosanna Piantoni "La Corridora"
    • Simone Temperato, alias Magico Tempe
  • Le esposizioni
  • Rivivi le Emozioni
  • I Campioni in visita
  • Supporters
  • Info e contatti
Search by typing & pressing enter

YOUR CART

El Diablo: "Il combattente sui pedali"
​
La storia sportiva del "combattivo Varesino della Carrera".

Claudio Chiappucci è l'icona del ciclismo degli anni 90'. uno degli ultimi ciclisti eroici, nel suo DNA l'istinto dell'attaccante senza se e senza ma. Il termine che più si addice per descrivere il modo in cui Claudio ha interpretato le corse è: "impresa", basti solo pensare che il 18 luglio 1992, in occasione della 13° Tappa del Tour de France, ha corso in fuga per 192 km tagliando vittorioso il traguardo del Sestriere dopo sette ore, una tappa leggendaria che nonostante il tempo è ancora emozione pura. 
Matteo Ghitti​


All'esposizione "Sulle Ali delle Emozioni", per vivere al meglio l'esperienza del viaggio nella storia sportiva di Claudio Chiappucci, a contorno dei cimeli che lo ricordano, troverai pannelli e roll-up, con le immagini più significative della sua carriera.

001
​GLI ESORDI
Claudio nasce a Uboldo (Va), il 28 febbraio 1963, fin dalla giovane età si appassiona all’ambiente del ciclismo, durante i primi approcci con le due ruote, ama la velocità e l’individualità, seppur ancora piccolo cerca di staccare i cicloamatori.
Questa sua voglia di sfidare ed interpretare le corse sempre all’attacco, sono il suo biglietto da visita, in futuro  grazie a questa sua dote è conosciuto anche come ‘EL DIABLO’, i primi a coniare questo soprannome sono i colombiani.
Nel 1977 a 14 anni debutta nella categoria ‘esordienti secondo anno’, con la società ‘Pedale Saronnese’, alle corse lo porta papà Arduino; un paio d’anni dopo, a Tradate vince la usa prima gara nella categoria ‘allievi’    (il 24 giugno 1979).
Nel 1980 avviene il passaggio nella categoria ‘Juniores’, in squadra corre con Alberto Volpi di Saronno, atleta più quotato di lui che, in futuro diventa fido gregario del suo avversario sportivo Gianni Bugno. Nella prima gara a Dairago, lo batte… primo Claudio, secondo Alberto… una rivincita nei confronti di chi non credeva in lui. Da segnalare anche una vittoria, in una classica in Piemonte a Tigliole.
Per il 1981, gli viene proposto di passare nel ‘Pedale Sommese’ ma non accetta, prosegue con il ‘Pedale Saronnese’, vince cinque gare: a Uboldo in casa, S. Margherita Ligure, Pettenasco, Travaino e Gazzoldo (che fa parte di un’indicativa tricolore). Per chiudere, ottiene anche cinque secondi posti, e tre terzi posti. 

002
GLI ANNI DA DILETTANTE​

​
Nel 1982 l’esordio nella categoria ‘Dilettanti’, corre per la Società ‘Isal Tessari’ il suo Ds è Maggioni Enrico, che lo aiuta nel salto di categoria forgiandogli il carattere. In questa stagione vince il ‘Campionato Lombardo’ a Corgeno, successivamente anche il ‘Campionato Italiano’ dilettanti seconda serie a Vallo di Diano (Sa), tra i battuti Marco Giovannetti di Milano, che in futuro sarà suo avversario (Marco nel 1984 vince l’oro nella cronosquadre a Los Angeles, sarà vincitore della Vuelta a Espana 1990 e gregario di Gianni Bugno). Nel 1983 parte per il servizio di leva, entra nel gruppo sportivo dell’esercito ed ottiene tre vittorie.
Il 1984 lo vede protagonista con 11 vittorie, tra cui la ‘Settimana della Brianza’ , con un successo di giornata a Cantu’. Se si scorre la classifica finale, si legge che in undicesima posizione chiude un giovane Bugno. Altri importanti successi, sono il ‘Giro del Friuli’, la ‘Coppa Italia’, la ‘Piccola Tre Valli’, chiude al terzo posto il ‘Giro della Valle d’Aosta’ (1° Flavio Giupponi, 2° Jorgen Pedersen). Veste la ‘maglia azzurra’ al ‘Giro delle Regioni’ e diventa il miglior dilettante dell’anno aggiudicandosi il premio ‘San Silvestro d’Oro’.
003
IL PASSAGGIO TRA I PRO

​
Il 1985 è l’anno di esordio nei ‘Professionisti’, il debutto è complicato, perde il papà Arduino per via di un ictus e rischia di perdere anche la mamma Renata. In più una caduta al ‘Giro di Svizzera’, mette a rischio la sua promettente carriera…
L’ avventura tra i professionisti, avviene alla ‘Carrera’ di Davide Boifava, il primo compagno di stanza è Bruno Leali (Campione Italiano professionisti nel 1987 e tre giorni in Maglia Rosa nel 1993), in quell’anno Bernard Hinault vince il suo terzo Giro d’Italia e rivince Giro e Tour de France nello stesso anno, dopo essersi aggiudicato a Sallanches il Mondiale. Proprio in quell’anno il debutto di Claudio al Giro d’Italia, in squadra con Visentini, Bontempi, Leali, Lang, Ghirotto, Maechler, Zimmermann e Mutter. Come scritto in precedenza vince Hinault, secondo Francesco Moser, terzo Greg Lemond, ‘il Chiappa’ chiude in 64° posizione a 1 ora e 20 minuti. Per concludere la stagione corre il ‘Giro di Lombardia’, che termina in 25° posizione, primo è Sean Kelly, secondo Adrie van der Poel e terzo Charly Mottet.
004
I PRIMI ANNI DA PROFESSIONISTA

​
Il 1986 è l’anno del vittorioso Giro d’Italia di Roberto Visentini, Greg Lemond impedisce a Bernard Hinault di cogliere la sesta vittoria al Tour de France, l’anno in cui Moreno Argentin vince il mondiale in Colorado. L’anno in cui il giovane Chiappucci rischia di dover smettere di correre… Con la squadra decide di partecipare al Tour de France, per prepararsi corre il ‘Giro di Svizzera’, nella discesa di Porrentruy è in testa, quando improvvisamente sbuca un’auto in contromano e lo investe… riesce a curarsi in ospedale a Bergamo, seguito dal Dottor Tagliabue. Per recuperare dopo l’incidente, in quell’inverno scopre il ciclocross.
Nel 1987 grande annata: vittoria nella crono squadre alla Parigi-Nizza, sfiora una vittoria al Giro di Toscana, considerate queste prestazioni Boifava lo inserisce nella formazione del Giro d’Italia, quello della sfida fratricida tra Roche e Visentini (Claudio chiude in 48° posizione).
Il 1988 inizia bene, sfiora una vittoria ad inizio stagione al ‘Trofeo Puig’ in Spagna, arriva secondo nella tappa della Vuelta de Espana di Albacete. Chiude in 24° posizione il Giro d’Italia, il Giro della bufera al Passo Gavia, che viene vinto dall’ americano Andrew Hampsten, infine è nono al ‘Giro di Lombardia’ dominato da Charly Mottet. 
L’annata 1989 vede Chiappucci correre il ‘Giro d’Italia’ ed il ‘Tour de France’, l’anno della prima grande vittoria da professionista, la ‘Coppa Placci’, successo che gli regala la prima ‘maglia azzurra’ della carriera per il Mondiale di Chambery. Vince anche il ‘Giro del Piemonte’, anticipando Sean Kelly, Andrei Tchmil e Franco Ballerini. Anche tanti secondi posti, tra cui: ‘Giro dell’Etna’, ‘Giro del Trentino’, secondo anche nella Tappa del Giro con arrivo a Campobasso. Da segnalare l’ottavo posto alla ‘Freccia Vallone’ ed il terzo posto a ‘Francoforte’.

005
1990 L'ANNO DELLA SVOLTA

Il
 1990 è l’anno della svolta per Claudio, da ‘gregario’ diventa ‘capitano’, al Tour de France nelle tappe alpine veste la ‘maglia gialla’, sui Pirenei attacca ancora, soltanto nell’ultima crono Greg Lemond ha alla meglio su di lui in classifica. Otto giorni in maglia gialla ad un italiano, 15 anni dopo Francesco Moser contro Eddy Merckx, nel 1975. Fronte avversari Gianni Bugno in quell’anno vince la ‘Milano-Sanremo’ ed il ‘Giro d’Italia’ (vestendo la ‘rosa’, dalla prima all’ultima tappa), Marco Giovannetti vince la ‘Vuelta Espana’, Argentin il ‘Giro delle Fiandre’ e la ‘Freccia Vallone’.
Ad inizio stagione Chiappucci partecipa alla ‘Parigi-Nizza’, coglie una vittoria e veste anche la maglia di leader dei ‘gran premi della montagna’, al Giro dominato da Gianni indossa la ‘maglia verde’ e chiude in dodicesima posizione. Al Tour de France, è maglia gialla dopo la cronometro di 33km (con poca pianura), sul Plateau del Vercors. Dopo quel Tour, veste la ‘maglia azzurra’ al mondiale giapponese di Utsonomya (Bugno è terzo), chiude la classifica in ‘Coppa del Mondo’ al sesto posto. Un fatto curioso, a fine stagione vince il ‘Circuito di Silea’ vicino a Treviso, ma per una serie di incomprensioni, si prende a cazzotti con il rivale Moreno Argentin.
Con la fama di Claudio nascono anche dei fanclub, il primo a Gallarate poi a seguire, Rimini, Cuneo e Vittorio Veneto; nasce anche una rivista dal nome ‘Robe di Chiappa’.

006
1991 "IL CAPOLAVORO" ALLA MILANO-SANREMO

La stagione 1991 inizia con l’impresa più bella fra le Classiche, l’impresa leggendaria, nella corsa di maggior fascino fra la gente: la ‘Milano-Sanremo’, qui Claudio compie un ‘capolavoro’ come lui stesso lo definisce (l’anno precedente è stata vinta dal rivale Gianni). I pronostici non danno Claudio tra i favoriti, ma lui vuole provarci è il suo cruccio, ed in gran segreto nell’inverno la prepara. Le prime gare per fare la ‘gamba’, sono la ‘Vuelta a Murcia’ (dal 11 al 17 marzo), in cui vince una tappa e si piazza secondo, a soli tre secondi nella classifica finale vinta dallo spagnolo J.L. Villanueva.
Il 23 marzo si corre l’ 82°edizione della ‘Classicissima di Primavera’, Claudio in prossimità del Passo del Turchino mette in atto il suo piano, parla con il suo compagno di squadra Guido Bontempi, concordando un attacco in discesa subito dopo aver scollinato il Passo del Turchino. L’azione inizia e i due sono seguiti da Sorensen, Van der Poel, Lejarreta e Mottet che si gettano in una folle discesa verso Voltri. Il gruppetto ha sempre un margine di un minuto, un minuto e trenta, ma i regali inseguitori: Bugno, Lemond, Argentin, Rominger, Andersen, Vanderaerden non riescono a rientrare, ad ogni Capo però qualcuno dei fuggitivi si stacca… al Capo Berta, Claudio resta solo con Sorensen. In prossimità del Poggio, il ds Quintarelli in ammiraglia, affianca Chiappucci e gli urla di staccare Sorensen, Claudio scatta con il rapporto 52x16 e scollina per primo, in discesa non ha problemi e dopo poco si trova solo in Viale Cavallotti compiendo il suo ‘capolavoro’… arrivando a braccia alzate, il gruppo dietro.
Successivamente vince il ‘Giro dei Paesi Baschi’, poi un terzo posto alla ‘Freccia Vallone’ , preceduto da Argentin e Criquiellion. Mentre al Giro d’Italia, solo un fortissimo Franco Chioccioli detto il ‘Coppino’, per la sua somiglianza con il mito Fausto Coppi, batte Claudio seppur in gran forma relegandolo in seconda posizione, terzo Massimiliano Lelli. 

007
1991 PROTAGONISTA AL TOUR DE FRANCE

Il 6 luglio da Lione parte il Tour de France, 78° edizione. Nella 13° tappa la Jaca-Val-Louron grande vittoria di Claudio che  batte Miguel Indurain in una volata a due: Miguel indossa la prima ‘maglia gialla’ e Claudio la ‘maglia a  pois’. In questa tappa Pirenaica con Aubisque e Tourmalet, Greg Lemond che vestiva la maglia di leader va in crisi, Chiappucci lo attacca in discesa staccandolo. Questa giornata è da ricordare anche perché nasce ‘Indurain’, unico a riuscire a seguire lo scatenato Claudio. Da questo momento Pedro Delgado il capitano alla ‘Banesto’, cede lo scettro al compagno emergente Miguel, mettendosi a sua disposizione. Successivamente altre quattro tappe sorrideranno all’Italia, con le vittorie di Cenghialta a Castres, Argentin a Alès, Lietti a Gap e Bugno all’Alpe d’Huez. Chiappucci chiude il Tour in terza posizione, vincendo la ‘maglia a pois’ ed il premio del ‘corridore più combattivo’. Alle sue spalle Bugno secondo, come da pronostico favorito dalle lunghe cronometro, primo Indurain. Nella seconda parte dell’annata vince il GP Sannon a Marostica, una premondiale in preparazione della prova iridata di Stoccarda.
Il giorno del mondiale, ‘El Diablo’ attacca come al solito, andando in fuga, ma viene ripreso e fà da apripista alla grande vittoria di Gianni Bugno, con quella volata su Rocks e Indurain.

008
1992 GIRO D'ITALIA e TOUR DE FRANCE CON LA TAPPA DEL SESTRIERE

Gli obbiettivi principali per la stagione in corso sono sempre: Giro d’Italia e Tour de France, ma la preparazione parte in ritardo con l’obiettivo di fare bene nella seconda parte della stagione. Prima della ‘corsa Rosa’, corre e vince il ‘Giro dell’Appennino’, staccando tutti sulla Bocchetta, successivamente vince anche il ‘Giro del Trentino’, staccando tutti sull’ Alpe di Pampeago.
Il 24 maggio Claudio è pronto per correre il Giro d’Italia, con al debutto Miguel Indurain, una ciriosità:  per convincerlo a partecipare, l’organizzazione per la tappa finale gli offre una crono da  66 km verso Milano. Sarà un ottimo Giro, nonostante le lotte fratricide tra corridori italiani. Come da pronostico l’ ultima cronometro consegna il Giro allo spagnolo, mentre Chiappucci per soli 16 secondi arriva secondo… vince però la prestigiosa maglia verde, di leader degli scalatori.
Al Tour de France il percorso privo dei Pirenei, perché si parte da San Sebastian, prima delle Alpi, si corre la Tappa in Lussemburgo con la crono di 65km, nella quale il Navarro strapazza tutti. Bugno è terzo a 3’41’’, Claudio si prende 5’26’’. Questo Tour ci regala l’impresa di Claudio nella Tappa del Sestriere, già mesi prima della corsa tattica studiata nei minimi particolari, quando con il ds Quintarelli in ammiraglia e con il fidato Mario Chiesa in bici, prova questa tappa di 255 km, quasi otto ore in sella. Una Tappa così offre tanti colli, tanti punti per la graduatoria della ‘maglia a Pois’, Claudio scatta più volte, il gruppo lascia fare, perché tutti pensano che sia alla ricerca solo dei punti per maglia degli scalatori.
Si forma un gruppetto di dodici atleti, tra cui Virenque, Sean Kelly e il compagno Roscioli a cui Claudio dice di tirare a tutta, fino alla prossima salita, infatti guadagnano un minuto ma nel frattempo parte la ‘Banesto’ all’inseguimento.  A 8 km dalla vetta dell’Iseran, quando mancano ancora 126 km all’arrivo, Chiappucci è solo al comando, ha 7 minuti di vantaggio… all’inizio del Moncenisio, Bugno, Indurain, Vona e Hampsten tirano per cercare di riprenderlo.
In questa ultima salita verso Sestriere, per qualche km in Claudio regna la paura, la stanchezza gli fa pensare a tante cose, Quintarelli dall’ammiraglia lo incita e gli da i tempi del distacco, poi improvvisamene anche per questioni di orgoglio si riprende, non vuole farsi raggiungere da Indurain e dal rivale Bugno e finalmente dopo tante ore in fuga grazie alla sua determinazione e al suo coraggio, taglia per primo l’arrivo, con una vittoria eroica, d’altri tempi… il podio finale vede primo Miguel Indurain, secondo Claudio e terzo il rivale Gianni Bugno. La classifica degli scalatori è nuovamente sua, con 410 punti, contro i 245 di Virenque e i 209 di Franco Chioccioli.

009
LE STAGIONI SEGUENTI
Nella primavera del 1993 il varesino è terzo alla ‘Freccia Vallone’, poi secondo al ‘Tour de Romandie’ e al ‘Giro del Trentino’. Al Giro d’Italia si classifica terzo, riuscendo tuttavia a fare sua la Tappa di Corvara in Badia e la maglia verde della classifica dei GPM; al Tour de France pur vincendo la frazione di Pau, deve accontentarsi del sesto posto finale in quanto nella prima tappa in salita ha una crisi che gli fa perdere 8 minuti dai primi. Dopo quel Tour si aggiudica la ‘Clasica San Sebastian’, importante prova di Coppa del Mondo, battendo allo sprint il compagno di fuga Gianni Faresin. In questa stagione debutta nel mondo dei professionisti, un giovane molto promettente: nella sua ‘Carrera’ arriva Marco Pantani e Claudio è la sua guida.
Claudio nella stagione 1994, dopo il quarto posto alla Liegi-Bastogne-Liegi, partecipa al Giro d’Italia, per la prima volta dopo tre anni rimane giù dal podio, quinto alle spalle del giovane compagno di squadra Marco Pantani che termina secondo nella generale (primo Eugenio Berzin e terzo Miguel Indurain). Al Tour de France si ritira, dopo una forte congestione nella tappa con arrivo ad Hautacam, mentre Marco chiude terzo (primo Indurain, secondo Ugrumov). A fine agosto partecipa ai ‘Campionati del Mondo’ di Agrigento, ritrovandosi capitano in corsa della Nazionale a causa della dèfaillance delle altre punte: Gianluca Bortolami, Giorgio Furlan e Maurizio Fondriest. Rimasto nel gruppetto dei migliori all’ultimo giro, pur essendo in forma Chiappucci si fa sorprendere dallo scatto solitario sull’ultima salita di Luc Leblanc, il francese si invola verso la maglia iridata… relegandolo alla seconda posizione. Anche al ‘Giro di Lombardia’ arriva ancora una volta secondo, battuto dal giovane russo Vladislav Bobrik.

010
DAL 1995 AL 1998 LE ULTIME STAGIONI DA PRO
Nel 1995 si classifica quarto al ‘Giro delle Fiandre’, quarto anche al Giro d’Italia e undicesimo al Tour de France. In ottobre ottiene gli ultimi successi di carriera: ‘Giro del Piemonte’, ‘Escalada a Montjuich’ e per il terzo anno consecutivo la ‘Japan Cup’.
L’anno successivo il 1996, ottiene alcuni piazzamenti nelle Classiche italiane e al Giro d’Italia, in cui Enrico Zaina è il capitano della Carrera, guadagna un secondo posto nella tappa con arrivo a Briancon. Quel Giro à vinto dal russo Pavel Tonkov, secondo Zaina e terzo Abraham Olano. E’    l’ anno dell’ultima partecipazione al Tour de France, in cui lavora come gregario per il giovane compagno Peter Luttenberger. A fine stagione è convocato in Nazionale, per l’ottava e ultima volta, per i Campionati del Mondo su strada di Lugano, conclude la gara piazzandosi tredicesimo. Al termine dell’annata, con la dismissione del team Carrera, segue il direttore sportivo Davide Boifava tra le file della nuova formazione Asics-CGA.
Nel 1997 vi sono solo alcuni piazzamenti, in maggio al ‘Tour de Romandia’ gli viene riscontrato un tasso di ematocrito di 51,8; perciò è sospeso precauzionalmente della Federciclismo (che aveva imposto limite a 50), per via di questo non riusce a partecipare all’imminente ‘Giro d’Italia’. La stessa cosa accade due giorni prima dei Campionati del Mondo di San Sebastian, nel controllo ematico obbligatorio pre-gara, un tasso di ematocrito superiore alla norma, gli vale uno stop di trenta giorni. Rientrato alle corse, partecipa alla Vuelta a Espana piazzandosi appena fuori la ‘top ten’, undicesimo.
Il 1998 è la sua ultima stagione da professionista, gareggia con la divisa della ‘Ros Mary-Amica Chips’ di Marino Basso, assistendo al debutto tra i professionisti del giovane Ivan Basso. E’ ottavo alla ‘Tirreno-Adriatico’ e conclude per la decima volta il Giro d’Italia in sessantesima posizione, il Giro è dominato dall’ex compagno di squadra Marco Pantani, al termine della stagione dopo una carriera esaltante  ‘appende la bici al chiodo’.
‘ ….Chiappa restituisce al ciclismo la sua anima vera e vince con la potenza di Merckx ed il cuore di Gimondi. Intorno il delirio e la follia…. ’
Tratto dall'editoriale della rivista BS Bici Sport, scritto dal Direttore Sergio Neri nel 1991, dopo l’impresa alla Milano-Sanremo.


Per la collaborazione si ringrazia: 
Claudio Chiappucci
BS Rivista BICISPORT
​

 "Scopri le maglie, le bici e i cimeli che troverai nella collezione
​"Sulle Ali delle Emozioni"

CLAUDIO CHIAPPUCCI
LA COLLEZIONE
Segui i nostri canali social, per scoprire novità ed eventi.
SEGUIMI
Proudly powered by Weebly